giovedì 2 maggio 2013

Il Governo che avanza

E così, dopo circa due mesi dalle elezioni, dopo settimane di discussioni, complotti e pugnalate alle spalle  il nuovo Governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento e potrà iniziare ad operare.
Le elezioni che hanno cambiato l'Italia ci hanno dato lo stesso Presidente della Repubblica e la stessa maggioranza di governo; fossi stato in Napolitano avrei ridato l'incarico a Monti, tanto per accentuare la sensazione di déjà-vu.
Il PD esce da queste giornate con le ossa rotte, il PDL è il grande vincitore, il M5S paga con l'esclusione dalle decisioni politiche l'avverarsi della profezia auto-avverante del suo capo e il centro di Monti e Casini non sembra essere pervenuto.

Si potrebbero versare fiumi d'inchiostro sulle buone intenzioni di Enrico Letta e del suo neonato Governo (in parte è già stato fatto) e a guardar bene qualche nota positiva si trova: per la prima volta abbiamo un ministro di colore (che è anche una donna), un ministro su tre è una donna, l'età media è sensibilmente più bassa (53 anni contro 64) rispetto al governo Monti e forse queste cose possono lasciar presagire una maggiore "apertura mentale" dell'Esecutivo.

Ma possiamo accontentarci di questo, facendoci forza con un bel "poteva andare peggio"? No. La sensazione è che si sia sprecato tanto tempo e un'occasione storica per fare finalmente qualcosa di buono e di radicale.
Inoltre questo Governo è gravato pesantemente dalla presenza berlusconiana: Berlusconi ha ottenuto alcuni ministeri chiave nel campo dei suoi interessi storici (infrastrutture, sanità e agricoltura) e ha piazzato Alfano all'interno. In pratica è riuscito ad ottenere il massimo delle tutele per sé senza doversi assumere responsabilità troppo grandi in campo economico o sociale. E alla prima tassa che si cercherà di far passare potrà sempre gridare ai comunisti che tengono i ministeri economici e far cadere il governo. Insomma, un governo molto L e ben poco PD.

Le aspettative quindi sono parecchio basse per quanto mi riguarda.

A questo punto non restano da fare che due considerazioni.
La prima riguarda l'abolizione dell'IMU. Ecco, io preferirei che non la abolissero. Perché i soldi dell'imposta sulla casa da qualche parte li si dovrà andare a pescare e francamente io preferisco pagarli come imposta, in una forma evidente e che posso quantificare, piuttosto che come riduzione dei servizi al cittadino.
La seconda è una considerazione sul PD. Si è capito che votare un governo insieme a Berlusconi e che contiene come ministri uomini di Berlusconi provoca al massimo tra le tre e le cinque defezioni. Invece votare alla Presidenza della Repubblica l'uomo che per due volte ha sconfitto Berlusconi alle elezioni ne provoca centonuno. A buon rendere.

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